“Buongiorno, mi chiamo Sonia e ho 41 anni.

Oggi, dopo una lunga malattia, sono in procinto di ricevere la mia seconda trasfusione di sangue. È stato strano per me accettare questa situazione. Il sangue di una persona non è solo materiale organico, come qualcuno potrebbe erroneamente pensare. Si tratta di qualcosa di molto più profondo. Il sangue è vitalità, gioia, emozioni, è formato da ciò che mangiamo, dalle emozioni che viviamo, dalle esperienze che facciamo. Il sangue è nutrimento e accettando quello di “uno sconosciuto” nel mio corpo è come se parte della vita di quella persona entrasse a pieno in me.

Ieri, dopo aver ricevuto la prima sacca, mi sono molto commossa. Fantasticavo su come il mio donatore (mi riferisco a lui con il genere maschile perché è in questo modo che riesco a immaginarlo), potesse essere connesso a me in qualche modo e guardando il cielo mi chiedevo se, magari, per una strana coincidenza, tornasse a lui la mia infinita gratitudine per questo gesto. Un gesto forse per lui banale.

Io non so chi tu sia ma dal profondo del mio essere voglio solo dirti grazie. Grazie per ciò che hai mangiato, per ciò che hai vissuto e per ciò che hai fatto. Da oggi vivrai anche in una parte di me.

Te ne sono grata”.

Fonte della testimonianza: Avis Brescia